America sotto choc per la strage di San Bernardino, in California,
costata la vita a 14 persone, mentre altre 21 sono rimaste ferite.
L'ennesimo massacro che mostra al mondo un Paese più che mai impotente
di fronte al fenomeno della violenza delle armi da fuoco. E
risveglia negli americani l'incubo del terrorismo. Una pista che anche
il presidente Barack Obama evoca esplicitamente, seppure a distanza di
24 ore dalla sparatoria nel centro disabili il movente resti ancora
sconosciuto.
«Non sappiamo ancora il perché di questo nuovo evento terribile», ha
ammesso il presidente parlando dallo Studio Ovale della Casa Bianca,
dopo aver riunito il Consiglio per la sicurezza nazionale. «Potrebbe
essere legato al terrorismo. Ma è anche possibile che sia legato a una
lite sul posto di lavoro», ha spiegato, costretto a rinnovare l'accorato
appello a porre fine alla mattanza: «Tutti dobbiamo fare di più per
prevenire queste sparatorie e rendere più difficile l'accesso alle armi
da fuoco in questo Paese».
Gli investigatori lavorano senza sosta. Tante le cose ancora da chiarire
e capire, anche se il mosaico di ora in ora si compone di sempre più
tasselli. I killer - uccisi dalla forze dell'ordine al termine di uno
spettacolare inseguimento ripreso in diretta tv dagli elicotteri dei
vari media - erano due: Syed Rizwan Farook, 28 anni, cittadino americano
di origini asiatiche ed ex ispettore dei servizi sanitari dello stato
della California, insieme alla moglie Tashfeen Malik, 27 anni, musulmana
nata in Pakistan. Entrambi incensurati e mai nel radar dell'Fbi. Nella
loro abitazione, nella località di Redlands, a pochi chilometri dal
luogo della strage, gli agenti federali hanno trovato un vero e proprio
arsenale, tra cui oltre 5 mila munizioni ed esplosivi artigianali: 12
'tubi-bombà come quello rinvenuto nei pressi della sala conferenze
dell'Inland Regional Center, teatro della sparatoria, dove era in corso
un party di Natale proprio degli ex colleghi di Farook.
Il congegno non è esploso - rivelano gli investigatori - solo per il
malfunzionamento di un telecomando. Dettagli inquietanti, dunque, come
le prime rivelazioni su Farook, che sarebbe stato 'radicalizzatò e
avrebbe nel recente passato compiuto viaggi in Arabia Saudita. «Era in
contatto telefonico e via social media con più di un soggetto legato al
terrorismo internazionale», affermano fonti dell'Fbi, spiegando però che
ogni riferimento al terrorismo di matrice islamica sia al momento
prematuro. Piuttosto - si sottolinea - è probabile che la
radicalizzazione di Farook possa aver contribuito insieme ad altri
motivi ad accendere la miccia che ha portato alla strage. Altri motivi
come, ad esempio, una controversia nata nell' ambiente di lavoro. Farook
infatti - raccontano alcuni testimoni - era presente alla festa di
Natale dei suoi ex colleghi.
Poi improvvisamente se ne sarebbe andato via infuriato, forse in seguito
ad una discussione o un alterco. Sarebbe quindi tornato poco dopo con
la moglie - entrambe vestiti con mimetica (lei di colore nero),
passamontagna e giubbotti anti-proiettile - per compiere la strage, con
fucili d'assalto e pistole. Tutte armi - si è verificato - acquistate
legalmente. La loro fuga è terminata con il Suv su cui viaggiavano
crivellato di colpi: ben 380 quelli esplosi dagli agenti, che non hanno
lasciato scampo ai due assassini. Intanto i militanti dell'Isis sul web
festeggiano: «Con l'hashtag #American_Burning hanno scritto diversi
messaggi, tutti in arabo: »Tre leoni ci hanno fatto diventare
orgogliosi«. E ancora: »le strade della California sono piene di soldati
con armi pesanti, l'America sta bruciando«. Ma nessuna rivendicazione.
Nessun commento:
Posta un commento