Nel grattacielo di via Pisa a Treviso da giorni si battono i denti per il gran freddo.
E c'è chi è stato perfino ricoverato in ospedale in condizioni piuttosto
gravi: una residente della "Torre", 75 anni, da lunedì è ospite
dell'ospedale Ca’ Foncello per ipotermia e polmonite.
Non ha retto a una settimana senza riscaldamento. Dal
23 novembre, come si legge su un cartello appeso nell'androne e scritto a
mano, non ci sono acqua calda né riscaldamento.
Manca olio
comubustibile. Firmato: la portinaia.
«Negli appartamenti c'è un freddo polare» dice
Francesca. Il nome è di fantasia perché qui, a due passi dal centro
storico, i condòmini hanno paura di uscire allo scoperto: «Meglio non
farsi riconoscere» taglia corto. Ma il timore non le impedisce di dare
sfogo a tutta la sua rabbia.
Racconta che lunedì l’anziana vicina di casa, già con
alcune magagne di stagione, ha cominciato ad aggravarsi. E il gelo
assoluto non l’ha certamente aiutata a superarli. A un certo punto ha
avuto problemi respiratori e si è sentita male. I
parenti che vivono con lei hanno chiamato l'ambulanza. Arrivata al
Pronto soccorso è stata visitata. Diagnosi: ipotermia. A Treviso non se
ne vedono poi così tanti.
«Il nuovo amministratore non ha colpe -dice Gianni,
altro residente che preferisce nascondersi dietro l'anonimato- ha
ereditato una situazione tragica. Ci sono tante famiglie che non pagano le spese di condominio. Alcune hanno debiti anche di 40mila euro. E adesso siamo senza riscaldamento, il gasolio è finito e nessuno lo compra. Anche perché soldi non ce ne sono. Io mi sono attrezzato con una stufetta che
accendo solo in certi orari. Non oso pensare che bolletta mi arriverà.
Sono qui da 3 anni, ma sto già cercando un altro posto».
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