lunedì 20 giugno 2016

Loris, battaglia tra i periti: "Ecco qual è stato il movente dell'omicidio"

L'udienza del processo a Veronica Panarello è iniziata questa mattina a Ragusa,  davanti al Gup Andrea Reale.  La donna è accusata di aver ucciso il figlio Loris, di 8 anni, strangolandolo nella loro casa di Santa Croce Camerina, il 29 novembre del 2014, e poi di avere gettato il corpicino nel canalone di contrada Mulino Vecchio.  

 Al centro dell'udienza la perizia disposta dal Gup che ha stabilito che la donna è in grado di intendere e volere e lo era anche ai momenti dei fatti. Una tesi non condivisa dai periti nominati dell'avvocato Francesco Villardita, che difende l'imputata. Mentre è condivisa dai consulenti delle parti civili: il marito di Veronica, Davide Stival, difeso dall'avvocato Daniela Scrofani, e dal suocero Andrea Stival, assistito dall'avvocato Francesco Biazzo, che la donna ha accusato di avere ucciso il bambino perché voleva rivelare la loro relazione. I due sono in aula. Come Veronica Panarello, che è entrata, vestita di nero, accompagnata dalla polizia penitenziaria. Per l'accusa sono presenti il procuratore Carmelo Petralia e il sostituto Marco Rota.

  LA DIFESA «Sarà una semi battaglia abbiamo diversi dubbi» sulla perizia disposta dal Gup Andrea Reale su Veronica Panarello che la dichiara in grado di intendere e volere e di essere in grado di assistere al suo processo per l'omicidio di suo figlio Loris. Lo anticipa, prima dell'udienza, l'avvocato Francesco Villardita, che mette, soprattutto, al centro della contestazione, la risonanza magnetica funzionale eseguita alla testa dell'imputata. «I nostri consulenti - osserva il penalista - danno una valutazione diversa su quella dei periti». Alla domanda dei cronisti se l'analisi dei suoi periti incide sulla facoltà di intendere e volere di Veronica Panarello, il legale è stato possibilista, ma, ha sottolineato, «non in maniera assoluta». Veronica ha avuto la perizia, conferma il penalista, «ma non ha avuto alcuna reazione, ne ha preso atto». «L'ho trovata migliorata sul piano fisico - aggiunge Villardita - e oggi è presente in aula per seguire il processo. Ha annunciato l'intenzione di fare dichiarazioni spontanee per raccontare la sua verità, ma non credo che lo farà oggi».  L'ACCUSA Potrebbe essere «un legame emotivamente distorto, probabilmente di natura psicologica» il movente del delitto di Loris Stival. È una delle ipotesi avanzata dalla psicologa Maria Costanzo, uno dei due consulenti nominati dall'avvocato Daniele Scrofani, parte civile nel processo a Veronica Panarello per conto del marito della donna, Davide Stival. «Veronica - spiega la psicologa - non era genitore per suo figlio, lui era un'amico ». L'altro consulente di parte, lo psichiatra Giuseppe Catalfo, sottolinea che «ci sono contraddizioni che non sussistono nel campo dello psicopatologia». Insomma, anche per i consulenti di parte, come per i periti, l'imputata «è in grado di intendere e volere».

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