L'udienza del processo a Veronica Panarello è iniziata questa mattina a Ragusa, davanti al Gup Andrea Reale.
La donna è accusata di aver ucciso il figlio Loris, di 8 anni,
strangolandolo nella loro casa di Santa Croce Camerina, il 29 novembre
del 2014, e poi di avere gettato il corpicino nel canalone di contrada
Mulino Vecchio.
Al centro dell'udienza la perizia disposta dal Gup che ha stabilito che
la donna è in grado di intendere e volere e lo era anche ai momenti dei
fatti. Una tesi non condivisa dai periti nominati dell'avvocato
Francesco Villardita, che difende l'imputata. Mentre è condivisa dai
consulenti delle parti civili: il marito di Veronica, Davide Stival,
difeso dall'avvocato Daniela Scrofani, e dal suocero Andrea Stival,
assistito dall'avvocato Francesco Biazzo, che la donna ha accusato di
avere ucciso il bambino perché voleva rivelare la loro relazione. I due
sono in aula. Come Veronica Panarello, che è entrata, vestita di nero,
accompagnata dalla polizia penitenziaria. Per l'accusa sono presenti il
procuratore Carmelo Petralia e il sostituto Marco Rota.
LA DIFESA «Sarà una semi battaglia abbiamo diversi
dubbi» sulla perizia disposta dal Gup Andrea Reale su Veronica Panarello
che la dichiara in grado di intendere e volere e di essere in grado di
assistere al suo processo per l'omicidio di suo figlio Loris. Lo
anticipa, prima dell'udienza, l'avvocato Francesco Villardita, che
mette, soprattutto, al centro della contestazione, la risonanza
magnetica funzionale eseguita alla testa dell'imputata. «I nostri
consulenti - osserva il penalista - danno una valutazione diversa su
quella dei periti». Alla domanda dei cronisti se l'analisi dei suoi
periti incide sulla facoltà di intendere e volere di Veronica Panarello,
il legale è stato possibilista, ma, ha sottolineato, «non in maniera
assoluta». Veronica ha avuto la perizia, conferma il penalista, «ma non
ha avuto alcuna reazione, ne ha preso atto». «L'ho trovata migliorata
sul piano fisico - aggiunge Villardita - e oggi è presente in aula per
seguire il processo. Ha annunciato l'intenzione di fare dichiarazioni
spontanee per raccontare la sua verità, ma non credo che lo farà oggi».
L'ACCUSA Potrebbe essere «un legame emotivamente
distorto, probabilmente di natura psicologica» il movente del delitto di
Loris Stival. È una delle ipotesi avanzata dalla psicologa Maria
Costanzo, uno dei due consulenti nominati dall'avvocato Daniele
Scrofani, parte civile nel processo a Veronica Panarello per conto del
marito della donna, Davide Stival. «Veronica - spiega la psicologa - non
era genitore per suo figlio, lui era un'amico ». L'altro consulente di
parte, lo psichiatra Giuseppe Catalfo, sottolinea che «ci sono
contraddizioni che non sussistono nel campo dello psicopatologia».
Insomma, anche per i consulenti di parte, come per i periti, l'imputata
«è in grado di intendere e volere».
Nessun commento:
Posta un commento